Anche negli studi odontoiatrici possono essere eseguite della Tac dentali con apparecchiature digitali dedicate alla radiologia tridimensionale. La metodica radiologica Tac Cone Beam (CBTC) consiste in un tomografo volumetrico digitale dedicato all’imaging del distretto maxillo-facciale e temporo-mandibolari, permettendo così di ricostruire tridimensionalmente le ossa del cavo orale e mascellare mediante l’utilizzo di radiazioni acquisite da sensori digitali ed elaborate da un computer.
L’applicazione principale della TAC Cone Beam 3D è l’implantologia, ma risulta molto utile anche nello studio delle patologie dentali, nella valutazione dei denti inclusi, in traumatologia, nelle patologie dell’articolazione tempero-mandibolare e nella chirurgia maxillo-facciale.
L’esame CBCT permette di visualizzare le strutture anatomiche in 3D, potendo definire in modo mirato la terapia e/o il trattamento chirurgico più adeguato per il caso. Importante vantaggio della Cone Bean è la possibilità di poter visualizzare molte delle immagini acquisite, le quali risultano molto utili nel poter valutare con dettaglio le varie fasi dell’intervento odontoiatrico.
L’esecuzione dell’esame è breve, in quanto limita molto l’esposizione alle radiazioni, ed in base alle informazioni richieste per la diagnosi, può variare da 10 a 30 secondi. Durante la scansione CBCT non si avverte né dolore né calore ed inoltre non è necessario l’utilizzo di alcun mezzo di contrasto. Trova indicazione anche in pazienti pediatrici, ansiosi e/o claustrofobici o con difficoltà motorie.
L’utilizzo della tecnica Cone Beam, considerato che limita molto l’esposizione alle radiazioni e richiede un tempo ridotto per l’esecuzione, unitamente al fatto di essere una struttura “aperta”, è particolarmente indicato per pazienti in età pediatrica, ansiosi e/o claustrofobici, utilizzabile anche in pazienti con difficoltà motorie.
La tecnologia digitale inoltre aiuta a salvaguardare l’ambiente, in quanto non necessita di liquidi chimici per lo sviluppo di pellicole radiografiche, utilizzando per l’elaborazione delle immagini un computer dedicato. I file generati sono esportabili e trasferibili su comuni supporti di archiviazioni immagini (CD, chiavette USB, schede di memoria, ecc).